Sgarza ciuffetto -
Ardeola ralloides
(Scopoli, 1769)
Misure
di gestione
Poiché
non esistono nella zona aree di alimentazione alternativa, la diminuzione
di aree allagate utilizzate per la coltivazione del riso costituisce, assieme
alla perdita di zone boschive, un fattore altamente critico per la conservazione
della specie.
Occorre
evitare l'eliminazione di zone umide sia semi-naturali che artificiali.
Evitare l'utilizzo di metodi di coltivazione del riso a secco. Evitare il
disboscamento nei pressi delle zone umide.
L'Utilizzo,
da parte della Sgarza ciuffetto, di zone boschive per la nidificazione suggerisce
la realizzazione di eventuali rimboschimenti (da effettuarsi esclusivamente
in relazione alla tipologia dei boschi originari) [Bb1], nonché di interventi
selvicolturali volti al ripristino e al mantenimento di boschi autoctoni
ed alla conversione dei boschi cedui in alto fusto [Bb5]. Lo sfruttamento
delle risaie a partire dai mesi in cui viene effettuata la migrazione suggerisce
l'applicazione di incentivi per l'allagamento precoce delle risaie (metà
marzo) e per la limitazione della coltivazione del riso a secco [Bc13].
Di primaria importanza risulta anche il ripristino e la ricostituzione di
zone umide anche all'interno di zone agricole produttive [Bc2]. Le attività
di monitoraggio dovrebbero essere rivolte alla verifica dello status delle
popolazioni, sia per quanto riguarda la consistenza e la struttura, sia
per quanto riguarda l'eventuale presenza di patologie [C1]. Si suggerisce
di prestare particolare attenzione nell'effettuazione dei monitoraggi mirati
alla verifica della consistenza della popolazione nidificante nella regione
in ragione del ciclo biologico complesso della specie caratterizzato da
ampi movimenti migratori [C2]. Si rendono inoltre necessarie opportune attività
di monitoraggio per verificare la disponibilità delle risorse trofiche [C6],
e la qualità degli habitat (alterazioni fisiche, presenza di sostanze inquinanti,
modifica della struttura) [C9]. Dato il forte impatto negativo che ha il
disturbo antropico diretto, si rendono auspicabili misure per il controllo
del disturbo arrecato agli animali dalla navigazione a motore, dal canottaggio
e da altre attività di tipo ricreativo [D4].
Trattandosi
di una specie abbastanza selettiva per l'habitat e la cui popolazione ha
subito un marcato decremento, la principale strategia di conservazione consiste
nella applicazione di interventi diretti sull'habitat [B]. La forte tendenza
alla diminuzione dimostrata negli ultimi decenni consiglia anche l'esecuzione
di monitoraggi sulla popolazione esistente (così da individuare eventuali
azioni di supporto a nuclei in ulteriore diminuzione) [C]. Poiché la specie
risente negativamente del disturbo antropico diretto risultano di fondamentale
importanza azioni di educazione e informazione sulla componente sociale
[D]4.