fascia 01

Nelumbo nucifera Gaertn.  campagna C03

WorkInProgress2

fior di loto

 

Ordine: Proteales

Famiglia: Nelumbonaceae

 

iconaPDF xsmScarica il pdf della scheda (847Kb)

 

  

 

Distribuzione: il fior di loto sembra essere nativo dell’Asia, sebbene non si conosca con esattezza il suo areale originale perché coltivato da tempi immemorabili in diverse parti del Vecchio Mondo. Attualmente è infatti presente in tutte le zone del globo con clima mite, come ad esempio in Europa nei paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. La sua ampia diffusione è legata non soltanto alla bellezza come pianta ornamentale, ma anche ai diversi usi secondo le tradizioni locali, soprattutto come pianta medicinale e alimentare, e più di recente come pianta per il biorisanamento dei bacini idrici. In Italia il fior di loto è presente allo stato spontaneo in alcune regioni del centro-nord, ma soltanto in poche è riportato come specie invasiva. Tra queste, vi è la Lombardia, dove è segnalato in modo sporadico; la massima diffusione riguarda alcuni bacini del Varesotto e i Laghi di Mantova.

Identificazione: è una pianta perenne acquatica, alta 1-2 m, con rizoma strisciante nel fango. Presenta grandi foglie peltate, di colore verde-glauco e aspetto ceroso, largamente imbutiformi, larghe 40-80 cm, spesso portate diversi decimetri sopra il pelo dell’acqua da un robusto picciolo lungo più di 1 m. I fiori profumati, portati al di sopra delle foglie, hanno un diametro di 18-35 cm; il colore è di solito rosa, raramente bianco o giallastro (cultivar particolari) Camera icon 03. Il frutto è un cono legnoso rovesciato; alla caduta dei semi, il ricettacolo vuoto assomiglia alla testa di un innaffiatoio Camera icon 03.  

Specie simili: il fior di loto non può essere confuso con alcun’altra specie.

Biologia ed ecologia: tutte le popolazioni spontanee di fior di loto sono riconducibili a introduzioni volontarie, cioè a piante messe a dimora dall’uomo. In natura, si rinvengono in stagni e in laghi, anche di grandi dimensioni. Non si conoscono popolazioni disperse in modo spontaneo lontano dai siti originari di introduzione, anche perché non si è certi che i semi, in genere dispersi dall’acqua, germinino nelle nostre condizioni ambientali. Ciononostante, il fior di loto è in grado di ricoprire ampie superfici degli specchi d’acqua tramite riproduzione vegetativa per allungamento e ramificazione del rizoma. Predilige acque ferme o lentamente fluenti, piuttosto calde, ricche di nutrienti e posizioni ben soleggiate.

Stato normativo, impatti e modalità di controllo: il fior di loto è stato inserito nella Lista Nera ai sensi della Legge Regionale 10/2008, quindi tra le piante oggetto di monitoraggio e contenimento. Gli impatti sugli ecosistemi acquatici sono al momento relativamente confinati ai siti di introduzione e si riconducono alla sua capacità di formare popolamenti monofitici che impediscono la crescita di altre piante. In tal modo, altera la biodiversità e la fisionomia del paesaggio acquatico, oltre a impedire la regolare navigazione anche alle piccole imbarcazioni. Di conseguenza, è assolutamente vietata l’introduzione del fior di loto nei bacini idrici al di fuori di parchi e giardini con funzione ornamentale. Gli interventi di controllo sinora attuati riguardano lo sfalcio e la raccolta periodica del materiale vegetale mediante idonee imbarcazioni.

Note per la ricerca: le ricerche devono essere estese all’intero territorio regionale con lo scopo di verificare la presenza di nuove popolazioni, in particolare nei bacini idrici di interesse naturalistico situati nelle aree protette.

 

 icona foto dettaglioCosa fotografare: la pianta intera.

 

 

Per richieste di informazioni sulle campagne si vedano i contatti.

La nomenclatura delle specie floristiche fa riferimento a: Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (eds.), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora. Palombi Editori, Roma.

 

Back to Top