Insecta

Lepidoptera

Lycaenidae

Codice lista italiana: 089.035.0.001.0

Maculinea alcon (Denis & Schiffermüller, 1775)

Descrizione della specie

 

Corologia

 

Rarità generale, fragilità, status di protezione

 

Strategie di conservazione

 

Tipologie di intervento

 

Cosa non fare

 

Bibliografia

 

 

 

 

 

Descrizione della specie

Non è semplice distinguere a colpo d’occhio questa farfalla dalle specie simili; ha un’apertura alare di circa 3 cm; la colorazione della pagina superiore delle ali è complessivamente azzurro violacea nel maschio e più scura nella femmina; il lato inferiore delle ali è grigio-bruno con molte macchie nere.

 

L’habitat coincide con prati umidi di torbiere acide e brughiere umide con dominanza di molinia e calluna.

 

Le larve, lunghe meno di 2 cm, di colore rosato, si rinvengono da agosto alla primavera successiva (maggio) e conducono una vita assai peculiare: si sviluppano da uova disposte singolarmente in estate sulla pianta ospite, circoscritta al genere Gentiana (soprattutto Gentiana pneumonanthe) ma conducono gran parte della vita entro i formicai, dove svernano e si alimentano di uova di formiche (appartenenti al genere Myrmica, soprattutto M. ruginodis); anche le pupe sono nascoste nei formicai, in maggio-giugno. Gli adulti volano in estate (giugno-luglio). Il ciclo vitale è assai simile a quello descritto per la congenere M. arion, con alcune differenze: non sono noti casi di cannibalismo tra le larve, la secrezione zuccherina gradita alle formiche non avviene prima dell’ingresso nel nido ed in seguito è così abbondante che la larva ne morirebbe (per soffocamento o attacchi fungini) se non venisse costantemente ripulita dalle formiche; queste ultime provvedono anche all’eliminazione degli escrementi della farfalla, che si nutre non solo di uova di formica ma anche di prede e di rigurgiti che le vengono  offerti dal simbionte: in questo modo un singolo nido di Myrmica può ospitare anche una ventina di bruchi.

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Corologia

L’areale di diffusione è piuttosto ampio, dall’Europa centrale e meridionale agli Urali meridionali, Siberia meridionale, Primorye, Mongolia; è tuttavia specie localizzata: in Italia vive solo in alcune stazioni dell’arco alpino ed appenninico, tra i 180 ed i 1000 m di altitudine. Presente in Lombardia, è stata rinvenuta nei molinieti del Parco del Campo dei Fiori e in una brughiera umida dell’alta pianura.

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Rarità generale, fragilità, status di protezione

Compare con lo status  “Lower Risk” (basso rischio) nella lista rossa della IUCN ma in realtà, soprattutto in Italia, è specie ad alto rischio di estinzione.

Ritenuta “Minacciata” nella checklist delle specie della fauna italiana.

In genere è considerata specie minacciata in tutto l’areale; è protetta in Belgio, Francia, Germania.

 

Si evidenzia che per l’elevatissimo interesse faunistico dei prati magri, tutti gli invertebrati di tali ambienti e delle praterie primarie in genere e, in particolare, tutti gli invertebrati delle stazioni steppiche, di brughiera o xerotermiche, sia in ambito di montagna che di pianura, sono considerati di prioritario interesse faunistico e pertanto inclusi nelle schede degli interventi prioritari per gli invertebrati.

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Strategie di conservazione

A - Intervento diretto sulla zoocenosi

B - Intervento diretto sull’habitat

C - Attività di monitoraggio

D - Azione sulla componente sociale

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Tipologie di intervento

La cattura a scopo collezionistico di questa farfalla dovrebbe essere vietata.

La complessità del ciclo vitale di questa farfalla, indissolubilmente legata alla necessaria e contemporanea presenza di Gentiana e Myrmica, rappresenta con ogni evidenza il motivo di rischio per la sopravvivenza della specie. E’ pertanto necessario garantire la sussistenza di idonee popolazioni  delle specie ospiti animali e vegetali, agendo anche con interventi diretti su queste specie; per Gentiana è consigliabile il locale incremento delle presenze, anche tramite riproduzione ex-situ. Quanto detto è evidentemente incompatibile con la scomparsa degli habitat adatti: sono quindi necessarie oculate azioni di mantenimento o ringiovanimento di ambienti aperti (prati umidi, molinieti e molinieti-calluneti umidi) il locale decespugliamento; è auspicabile l’avvio di  interventi specifici e sperimentali, a scala ridotta, in condizioni di assoluto controllo (diserbo, locale eradicazione di specie vegetali indesiderate ecc.). A livello operativo, molti di questi interventi sono agevolati dall’erogazione di incentivi per l’esercizio di attività agro-silvo-pastorali tradizionali.

 

E’ inoltre importante avvio un programma di monitoraggio, meglio se coordinato a livello regionale, per la definizione delle presenze reali e potenziali della specie, oltre alla definizione della consistenza delle popolazioni note e anche alla definizione quantitativa delle potenzialità faunistiche del territorio. Fondamentale è anche la verifica della disponibilità di adeguate risorse trofiche, da perseguire attraverso il mappatura delle popolazioni più consistenti delle piante ospiti. Tutte le azioni di monitoraggio dovranno essere utilizzate per la progettazione di un organico e specifico piano di azione valido per la Lombardia.

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Cosa non fare

Distruggere l’ambiente indispensabile alla sopravvivenza delle specie ospiti, sia vegetali (genziane) che animali (formiche); in particolare, alterare i prati umidi e i molinio-calluneti.

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Bibliografia

  1. AA.VV., 1987, Les papillons de jour et leurs biotopes. Ligue Suisse pour la Protection de la Nature. Balê.

  2. Balletto E., Cassulo L.A., 1995, Lepidoptera Hesperoidea, Papilionoidea. In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 89. Calderini, Bologna.

  3. Chinery M., 1989, Butterflies and day flying moths of Britain and Europe. Collins Sons and Co.Ltd (trad.italiana di A.Brangi, L.Canova, P.Rosa: “Farfalle d’Italia e d’Europa”,  1990, Istituto Geografico De Agostini, Novara).

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