Tarabusino -
Ixobrychus minutus
(Linnaeus, 1766)
Misure
di gestione
Non
sembrano esistere fattori critici dato che la tendenza al declino, legata
a fattori climatici occorsi negli anni 70-90 in Africa, non sembra poter
venire ribaltata con misure di conservazione attuabili nei quartieri riproduttivi
europei.
Occorre
evitare l'eliminazione di zone a canneto lungo fiumi e canali, nonché
presso le pozze di piccole e medie dimensioni, anche in ambito agricolo.
Le
preferenze del Tarabusino per le zone umide suggeriscono la creazione o
il mantenimento di canneti estesi [Ba8], anche all'interno di aree agricole
produttive [Bc2]; data la relativa tolleranza della specie nei confronti
di habitat semi-naturali si suggerisce anche la rinaturalizzazione delle
cave [Ba9]. Misure di controllo della variazione del livello dell'acqua
nei fiumi e nei bacini regolati da sbarramenti di tipo artificiale [Ba10]
possono risultare di giovamento alla specie. Le attività di monitoraggio,
in ragione del ciclo biologico complesso della specie caratterizzato da
ampi movimenti migratori, dovrebbero essere rivolte alla verifica della
consistenza della popolazione nidificante nella Regione [C2]. Risultano
inoltre necessarie la definizione qualitativa della potenzialità
faunistica del territorio [C4] e la verifica delle disponibilità
di adeguate risorse trofiche [C6].
Trattandosi
di una specie abbastanza selettiva, la principale strategia di conservazione
consiste nella applicazione di interventi diretti sull'habitat [B]. La forte
tendenza alla diminuzione dimostrata negli ultimi decenni consiglia anche
l'esecuzione di monitoraggi sulla popolazione esistente (così da
individuare eventuali azioni di supporto a nuclei in ulteriore diminuzione)
[C]