Occorre
evitare alterazioni dell'habitat, soprattutto su vasta scala, e della qualità
e quantità dell'acqua. In particolare è da evitare lo sviluppo
del traffico veicolare in prossimità dei corpi idrici utilizzati
per la riproduzione.
Specie,
a giudizio di molti, in regressione, potrebbe beneficiare di azioni quali
il miglioramento della qualità delle acque [Ba1], la conservazione
e la manutenzione di pozze [Ba6], il ripristino e la ricostituzione di estese
aree umide (alcuni ha), anche all'interno di aree agricole produttive [Bc2],
l'utilizzo controllato di erbicidi e pesticidi [Bc4], la creazione o la
conservazione di aree idonee alla riproduzione [Bd1] e l'allestimento di
strutture che consentano il superamento di barriere artificiali (autostrade,
ferrovie, ecc.) [Bd3]. Il monitoraggio dello status delle popolazioni [C1],
il monitoraggio dei predatori [C7] ed il monitoraggio dell'habitat [C9]
nonché della qualità chimica e biologica delle acque [C10]
sono misure che garantirebbero di formulare un piano di interventi per facilitare
l'espansione della specie. A completamento, azioni di educazione ambientale
in ambito locale [D2] e di divulgazione a largo raggio [D3] sarebbero fondamentali
per tutelare maggiormente quest'anfibio. Da anni è oggetto di interventi
di salvaguardia ("Progetto Rospi" della Regione Lombardia).
Come
per altre specie di anfibi sono auspicabili interventi diversificati a partire
dall'incremento di habitat disponibile [B] fino all'esecuzione di monitoraggi
sulla popolazione esistente [C] o alla sensibilizzazione della popolazione
attraverso azioni di educazione ambientale locale ed a vasto raggio [D].