Rondone maggiore -
Apus melba
(Linnaeus, 1758)
Misure
di gestione
Il
maggiore fattore di rischio è insito nella nidificazione coloniale, che
espone il Rondone maggiore al pericolo di distruzione o disturbo dei siti
riproduttivi, in particolare in ambito urbano.
Negli
siti riproduttivi naturali andrebbe evitato il disturbo causato da alcune
pratiche sportive quali l'arrampicata, per lo meno nella stagione di nidificazione.
Nei centri urbani frequentati dalla specie è importante evitare, sugli edifici
storici, tutti quegli interventi edilizi che porterebbero alla chiusura
delle cavità utilizzate per la riproduzione.
La
spiccata colonialità della specie e la fedeltà alle aree riproduttive implicano
la necessità di proteggere i siti riproduttivi [Bd4]. Tale scopo può essere
raggiunto anche tramite la protezione delle cavità, anche artificiali, presenti
sia negli habitat riproduttivi naturali che negli edifici [Bd5]. La vulnerabilità
della specie rende necessaria l'effettuazione del monitoraggio dello status
delle popolazioni nidificanti, in particolare in ambito urbano [C2]. La
localizzazione di molte colonie, spesso piuttosto consistenti, in ambito
urbano implica il controllo dei disturbi diretti arrecati alle colonie stesse
[D4].
Specie
la cui vulnerabilità è in buona parte conseguenza della nidificazione coloniale.
Sono quindi importanti le azioni di tutela degli habitat riproduttivi [B],
così come l'esecuzione di monitoraggi sulla popolazione esistente onde cogliere
sul nascere tendenze alla diminuzione della popolazione [C]. La localizzazione
di buona parte delle colonie nelle città implica la necessità di tutela
da possibili azioni di disturbo [D].