Rondine montana -
Ptyonoprogne rupestris
(Scopoli, 1769)
Misure
di gestione
Il
principale fattore critico è legato al disturbo diretto alle colonie.
Disturbo
ai siti riproduttivi sia in ambiti naturali che artificiali (edifici di
culto, ponti, ecc.).
Poiché
la Rondine montana utilizza anfratti sia su pareti rocciose sia su pareti
artificiali si raccomanda il mantenimento di tali cavità naturali ed artificiali
[Bd5]. Come per la maggior parte delle specie per le quali si possono ipotizzare
in futuro problemi di conservazione si ritiene necessario l'effettuazione
di programmi di monitoraggio rivolti alla verifica dello status delle popolazioni
nidificanti e svernanti nella regione [C2]. La Rondine montana è
spesso soggetta ad atti vandalici nei luoghi dove le colonie sono più
accessibili. Per questo motivo è di fondamentale importanza che si
ponga sotto controllo il disturbo diretto alle colonie [D4] facendo particolare
attenzione alle attività ricreative montane quali l'arrampicata [D6].
Trattandosi
di una specie che nidifica in ambienti abbastanza particolari, la principale
strategia di conservazione consiste nella applicazione di interventi diretti
su questi [B] e nella applicazione di misure che minimizzino il disturbo
antropico alle colonie [D]. Poiché la specie potrebbe potenzialmente andare
incontro a problemi di conservazione si consiglia l'esecuzione di monitoraggi
sulla popolazione nidificante nella regione [C].