Mignattino -
Chlidonias niger
(Linnaeus, 1758)
Misure
di gestione
Le
maggiori minacce per la specie derivano dalla bonifica delle aree umide
e dalla canalizzazione dei corsi d'acqua. Altrettanto dannosa risulta la
drastica e periodica riduzione della vegetazione emergente e galleggiante
nei corpi d'acqua naturali e artificiali. Probabilmente l'inquinamento delle
acque ha contribuito a ridurre le disponibilità alimentari per questa specie.
Effetti negativi conseguono al disturbo antropico dovuto alle attività antropiche
svolte nei pressi delle colonie. A questi si aggiungono fattori naturali
quali l'oscillazione del livello delle acque, la competizione per i siti
riproduttivi o la predazione diretta da parte di altri uccelli acquatici
(gabbiani, anatre e cigni) .
Negli
interventi di ingegneria idraulica a carico delle sponde andrebbe evitata
l'eccessiva compromissione degli stessi e della vegetazione acquatica. Nei
lavori di ripulitura dei fondali dei bacini d'acqua va evitata l'estirpazione
della vegetazione galleggiante. Onde evitare il rischio di abbandono delle
colonie andrebbero evitate attività turistico ricreative al loro interno
e nelle aree adiacenti, andrebbe altresì impedita la navigazione a motore
in un'area circostante di idonea ampiezza.
Lo
stretto legame del Mignattino con ambienti di acque interne anche artificiali
consigliano di attuare interventi volti al ripristino e ricostituzione di
zone umide di idonea estensione, anche all'interno di aree agricole produttive
[Bc2], l'incentivazione all'allagamento precoce delle risaie e la limitazione
dell'impiego di cultivar di riso coltivate a secco [Bc13], la creazione
e conservazione di aree idonee alla riproduzione [Bd1], la protezione dei
siti riproduttivi esistenti [Bd4], l'attuazione di interventi volti a favorire
la nidificazione (allestimento di piattaforme galleggianti) [Bd7]. Lo status
delle popolazioni va sottoposto a monitoraggio [C1]. Andrebbe poi effettuata
la definizione qualitativa delle potenzialità faunistiche del territorio
[C4] così come studi particolareggiati finalizzati ad individuare potenziali
interventi futuri [C11]. La vulnerabilità della specie ai disturbi diretti
alle colonie (navigazione a motore, canottaggio) implica interventi di controllo
degli stessi [D4].
Trattandosi
di una specie soggetta ad ampie fluttuazioni e aa decrementi locali, nonché
fortemente selettiva per ambienti particolarmente vulnerabili, la principale
strategia di conservazione consiste nella applicazione di interventi diretti
sull'habitat [B]. La tendenza alla diminuzione dimostrata in alcune aree
europee e il rischio di rapidi decrementi o scomparsa locale consiglia l'esecuzione
di monitoraggi sulla popolazione esistente [C]. Interventi diretti debbono
essere finalizzati al controllo del disturbo di origine antropica [D].