Gipeto -
Gypaetus barbatus
(Linnaeus, 1758)
Misure
di gestione
Conversione
dell'allevamento allo stato brado e semi-brado in allevamenti di tipo industriale
in ambienti chiusi. Persecuzione diretta (attualmente ritenuta in regresso),
disturbo ai siti di nidificazione, avvelenamento.
Evitare
il più possibile il disturbo presso i siti di nidificazione e l'utilizzo
di bocconi avvelenati per l'eliminazione degli animali ritenuti dannosi
(ad es. volpi) e di cui poi il Gipeto si potrebbe alimentare.
Il
Gipeto è una specie particolarmente vulnerabile, ritenuta estinta in Italia,
con l'ultima nidificazione accertata in Sardegna negli 1968-69. Attualmente
è in corso una lenta ricolonizzazione dell'arco alpino, grazie a diversi
progetti di reintroduzione avvenuti nelle Alpi orientali (Austria) e in
quelle occidentali (Francia). Il numero esiguo di coppie nidificanti farebbe
ritenere tuttavia auspicabile ulteriori interventi di rinforzo (Re-stocking)
[A2], previa valutazione qualitativa [C4] e quantitativa [C5] delle potenzialità
faunistiche del territorio, nonché la verifica della disponibilità
di adeguate risorse trofiche [C6]. Contemporaneamente è necessario avviare
un programma di monitoraggio dedicato [C1] e tutelare in modo rigido i siti
riproduttivi [Bd4], provvedendo, ove necessario, alla distribuzione controllata
dell'alimento (dislocazione di carnai) [Bd6], oltre che avviare studi particolareggiati
finalizzati ad individuare potenziali interventi futuri [C11]. Le particolari
attenzioni di cui il Gipeto abbisogna, così come tutti i grandi predatori
che stanno per ricolonizzare il territorio alpino, non possono prescindere
da una corretta informazione nei confronti della parte sociale, con programmi
di educazione ambientale su scala locale [D2] e ad ampio raggio [D3], e
da un adeguato controllo e regolamentazione delle attività turistico ricreative
montane [D6].
La
conservazione del Gipeto, allo stato attuale, necessita di interventi su
più fronti che vanno da azioni dirette sulla specie [A] a quelle sull'habitat
[B], oltre che a programmi di monitoraggio dedicati che valutino l'opportunità
di interventi di sostegno e che informino costantemente circa l'efficacia
delle azioni intraprese [C]. L'efficienza di questi progetti non può tuttavia
prescindere da azioni sulla parte sociale tramite programmi informativi
circa l'importanza della tutela di specie così rare e così fortemente minacciate
[D].