Garzetta -
Egretta garzetta
(Bosc, 1792)
Misure
di gestione
Poiché
non esistono nella zona aree di alimentazione alternative, la diminuzione
di aree allagate utilizzate per la coltivazione del riso, assieme alla mancanza
di aree boschive idonee alla nidificazione, costituisce un fattore altamente
critico per la conservazione della specie.
Occorre
evitare l'eliminazione di zone umide sia semi-naturali che artificiali.
Evitare l'utilizzo di metodi di coltivazione del riso a secco. Evitare il
disboscamento nei pressi delle zone umide.
Le
preferenze della Garzetta per le zone umide suggeriscono il mantenimento
di questa tipologia d'habitat unito al mantenimento di praterie igrofile
e marcite [Ba7], anche in zone agricole produttive [Bc2]. L'utilizzo di
zone boschive quali siti per la costruzione dei nidi rende inoltre necessari
eventuali rimboschimenti (da effettuarsi esclusivamente in relazione alla
tipologia dei boschi originari) [Bb1] e, soprattutto, interventi selvicolturali
volti al ripristino e al mantenimento di boschi autoctoni ed alla conversione
dei boschi cedui in alto fusto [Bb5]. Lo sfruttamento delle risaie da parte
della Garzetta suggerisce l'applicazione di incentivi per l'allagamento
precoce delle risaie (metà marzo) e per la limitazione della coltivazione
del riso a secco [Bc13]. Le attività di monitoraggio, in ragione del ciclo
biologico complesso della specie caratterizzato da ampi movimenti migratori,
dovrebbero essere rivolte alla verifica della consistenza della popolazione
nidificanti e svernanti nella Regione [C2]. Attraverso opportune attività
di monitoraggio sarebbe opportuno verificare anche le disponibilità delle
risorse trofiche [C6]. Si consiglia inoltre un attento monitoraggio dell'habitat,
con particolare riferimento alle alterazioni fisiche, alla presenza di sostanze
inquinanti e a modificazioni della sua struttura [C9]. Dato l'impatto negativo
che ha il disturbo antropico diretto, si rendono auspicabili azioni di educazione
ambientale e di divulgazione a largo raggio [D3], nonché misure per controllare
il disturbo arrecato agli animali dalla navigazione a motore, dal canottaggio
e da altre attività di tipo ricreativo [D4].
Trattandosi
di una specie legata ad ambienti delicati quali le zone umide, la principale
strategia di conservazione consiste nella applicazione di interventi diretti
sull'habitat [B]. La tendenza alla diminuzione dimostrata in alcune zone
del suo areale consiglia anche l'esecuzione di monitoraggi sulla popolazione
esistente (così da individuare eventuali azioni di supporto a nuclei in
diminuzione) [C]. Poiché la specie risente negativamente del disturbo antropico
diretto risultano di fondamentale importanza azioni di educazione e informazione
sulla componente sociale [D].