Gallo
cedrone -
Tetrao
urogallus
Linnaeus, 1758
Misure
di gestione
Il
principale fattore critico consiste nell'alterazione degli habitat forestali
e arbustivi, e soprattutto nella loro evoluzione verso formazioni coetanee
poco strutturate conseguente all'abbandono delle pratiche selvicolturali
tradizionali o, per contro, all'eccessivo sfruttamento industriale e nella
distruzione a causa della conversione all'agricoltura. Altrettanto importanti
le pratiche pastorali che se eseguite secondo metodi tradizionali e con
bassi carichi hanno effetti positivi, mantenendo aperte le radure e controllando
la crescita delle specie arbustive e arboree, se effettuate con carichi
eccessivi determinano l'impoverimento dell'habitat mediante totale distruzione
di talune specie e la nitrificazione del suolo con conseguente evoluzione
verso praterie inospitali . Il Gallo cedrone è tuttora cacciabile
in alcune regioni, ed il prelievo venatorio favorisce sicuramente il regresso
di popolazioni già in crisi. La pratica, ancora utilizzata, della
caccia primaverile al canto è estremamente negativa essendo causa
di pesante destrutturazione delle popolazioni. La predazione su covate,
nidiate e adulti ha effetti negativi sulle popolazioni in condizioni di
elevata densità dei predatori9. Sicuro fattore critico è la
frequentazione turistico-ricreativa della montagna. Particolarmente vulnerabili
sono le arene di canto in periodo riproduttivo e le zone di allevamento
della prole in periodo estivo. La presenza di impianti di risalita è
causa di morte per un numero imprecisato di soggetti per l'impatto contro
i cavi sospesi.
Nelle
pratiche selvicolturali bisogna evitare l'eliminazione degli elementi di
diversificazione dell'habitat, impedendo la chiusura delle radure e l'eccessiva
omogeneità strutturale delle foreste. Per evitare l'alterazione dell'habitat
e il disturbo che arreca, va evitato l'eccessivo pascolamento del sottobosco
e delle aree arbustive frequentate dalla specie. Anche l'eccesso di utilizzo
delle risorse del sottobosco (frutti di bosco) va evitato sia perché
causa di disturbo sia perché può determinare il danneggiamento
dell'habitat.
La
specie potrebbe trarre vantaggi dal controllo dei predatori [A5]. Poiché
il decremento della specie è causato principalmente dalle alterazioni
dell'habitat, vanno effettuati interventi finalizzati alla creazione e mantenimento
di zone aperte all'interno dei boschi [Bb2] e allo sviluppo del sottobosco
[Bb3], alla rinnovazione spontanea delle specie forestali autoctone (es.
disetaneizzazione) [Bb4], al mantenimento o ringiovanimento di ambienti
aperti (praterie primarie, arbusteti bassi), anche attraverso il decespugliamento
[Bc10], nonché all'incentivazione del pascolo programmato con carico
minimo, controllo delle specie e del numero di capi [Bc12]. Il Gallo cedrone
si riproduce in arene di dimensioni limitate e persistenti nel tempo, è
quindi di estrema importanza la protezione dei siti riproduttivi [Bd4].
La situazione di crisi in cui versa la specie impone di effettuare il monitoraggio
sullo status delle popolazioni nidificanti e svernanti [C2], in modo particolare
alla scala locale per i nuclei più importanti [C1]. Importante la
definizione qualitativa delle potenzialità faunistiche del territorio
[C4], così come la verifica della disponibilità di adeguate
risorse trofiche [C6]. Necessario anche il monitoraggio delle cause di regresso
tramite il monitoraggio dei predatori [C7]. Nelle regioni in cui è
ancora oggetto di caccia andrebbe effettuato il monitoraggio del prelievo
[C8]. E' anche auspicabile l'effettuazione di studi particolareggiati finalizzati
ad individuare potenziali interventi futuri [C11]. Gli effetti negativi
del disturbo antropico suggeriscono di effettuare il controllo delle attività
turistico ricreative montane [D6].
La
specie, in regresso in buona parte dell'areale, potrebbe trarre benefici
da interventi diretti sulla zoocenosi [A]. Una delle cause principali del
regresso risulta essere l'alterazione degli ambienti frequentati, sono quindi
prioritarie le strategie di conservazione consistenti in interventi diretti
sull'habitat [B]. Lo status negativo in cui versa la specie e la tendenza
al regresso della popolazione, rendono necessaria l'esecuzione di monitoraggi
sulla popolazione esistente [C]. Gli effetti negativi del disturbo umano,
diretto o indiretto, a livello locale possono costituire una causa importante
della diminuzione dei contingenti, ciò rende necessari interventi
sulla componente sociale [D].