Cannaiola verdognola
- Acrocephalus
palustris Bechstein, 1798
Misure
di gestione
Il
principale fattore di minaccia per la specie consiste nel lento ma continuo
regredire degli ambienti umidi e nella alterazione degli ambienti spondali
dei corsi d'acqua.
La
cementificazione dei corsi d'acqua e dei bacini lacustri va ad eliminare
habitat importanti per la nidificazione di questa specie. Da evitare anche
l'eliminazione di quella fascia ecotonale che si estende naturalmente tra
il canneto e la vegetazione dei suoli ormai asciutti.
Essendo
la Cannaiola verdognola molto legata alle associazioni vegetazionali tipiche
delle sponde dei corsi d'acqua e dei margini di zone umide, andrebbero previsti
interventi di rinaturalizzazione degli argini di fiumi, canali e corpi d'acqua
[Ba2], attraverso anche interventi selvicolturali volti al ripristino e
al mantenimento di boschi autoctoni [Bb5]; è altresì importante
mantenere a canneti e paludi una fascia perimetrale caratterizzata da praterie
igrofile a carice e giunchi miste a boscaglie di salice [Ba7]. Anche la
creazione di zone umide all'interno di aree agricole produttive andrebbe
a vantaggio di questo Silvide [Bc2], che in varie parti d'Europa ha dimostrato
di sapersi adattare anche ad ambienti coltivati (cereali, leguminose, colza..)
purché presentino un certo grado di naturalità. L' attività
di monitoraggio ha il compito di verificare eventuali variazioni nella consistenza
e nella distribuzione della popolazione nidificante [C2].
La
presenza della specie č legata alla disponibilitā di ambienti idonei alla
nidificazione, le strategie di conservazione dovranno quindi prevedere interventi
diretti sull'habitat [B]. un'attivitā di monitoraggio risulta indispensabile
per valutare l'efficacia delle azioni messe in atto e per verificare l'andamento
della popolazione nidificante [C].