Bigia grossa
- Sylvia
hortensis (Gmelin, 1789)
Misure
di gestione
Il
principale fattore di minaccia, sulla base delle conoscenze attuali, č costituito
dalla distruzione e dal peggioramento degli habitat utilizzati dalla specie.
Nelle
pratiche agricole occorre evitare l'eliminazione degli elementi di diversificazione
del paesaggio. L'uso massiccio di erbicidi e pesticidi č da evitare.
Le
preferenze della Bigia grossa per aree boschive aperte suggeriscono la realizzazione
di interventi selvicolturali mirati alla rinnovazione spontanea delle specie
forestali autoctone [Bb4], al ripristino ed al mantenimento di boschi autoctoni
ed alla conversione di boschi cedui in alto fusto [Bb5] e al mantenimento
e al ringiovanimento degli ambienti aperti naturali e semi-naturali [Bc10].
Nell'ambito delle pratiche agricole si raccomanda il controllo dell'utilizzo
di erbicidi e pesticidi, l'incremento delle attivitā agricole che fanno
uso di metodi di coltivazione "biologici" [Bc4], l'uso di pratiche agricole
rotazionali [Bc5], il mantenimento di prati polifiti permanenti [Bc6] e
l'utilizzo del set-aside [Bc7]. In ragione del ciclo biologico complesso
di questa specie, caratterizzata da movimenti migratori a largo raggio risultano
di fondamentale importanza attivitā di monitoraggio rivolte alla verifica
dello status delle popolazioni che nidificano nella regione [C2].
Trattandosi
di una specie abbastanza selettiva per l'habitat e in ragione della sua
limitata distribuzione nazionale, la principale strategia di conservazione
consiste nella applicazione di interventi diretti sull'habitat [B]. Per
gli stessi motivi e per I frequenti episodi di rarefazione locale si consiglia
l'esecuzione di monitoraggi sulla popolazione esistente [C].