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Ailanthus altissima (Mill.) Swingle   campagna C03

C03 Ailanthus b

albero del paradiso, ailanto, sommacco falso, sommacco americano

 

Ordine: Sapindales

Famiglia: Simaroubaceae

 

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Distribuzione: l’albero del paradiso è una specie originaria dell’Asia orientale, in particolar modo della Cina temperata, da cui è stata introdotta soprattutto per collezioni in orti botanici e dalla seconda metà dell’Ottocento per sostituzione al gelso per l’allevamento di Philosamia cynthia, baco da seta più resistente alle malattie. Questo albero è largamente diffuso in Europa. Giunto in Italia verso il 1760 all’Orto botanico di Padova, è ormai comunissimo in tutto il territorio nazionale, in particolare nelle regioni meridionali. È diffuso in tutte le province della Lombardia.

Identificazione: albero caducifoglio dell’altezza massima di 20 m, con radici superficiali che producono nuovi fusti (turioni), corteccia liscia, grigiastra e chioma ombrelliforme, estesa orizzontalmente. I giovani rami e le gemme sono grigio-vellutati Camera icon 03, fortemente ghiandolosi e puzzolenti come le foglie, che sono imparipennate e di lunghezza 20-50 cm; i segmenti fogliari, in numero di 13-31, sono lanceolati, irregolarmente dentati e asimmetrici alla base. I fiori maschili e femminili, che sono portati da piante diverse (specie dioica), sono odorosi e portati in grandi pannocchie terminali lunghe 10-20 cm, verdastre, prive di calice e con 5 petali. Il frutto è una samara lanceolata, ritorta, con seme in posizione centrale, rossastra da acerba, poi paglierina.  

Specie simili: può essere confuso con specie del genere Juglans (noce comune, americano ecc.), da cui si distingue per i segmenti fogliari a margine intero ma portanti grossi denti alla base. In assenza del fogliame, si riconosce dalla paulonia (Paulownia tomentosa) per la presenza dei caratteristici polloni e per la forma della cicatrice fogliare “a ferro di cavallo”.

Biologia ed ecologia: l’albero del paradiso si diffonde soprattutto in habitat ruderali e incolti, in boscaglie, lungo gli argini e alvei fluviali, sui margini stradali e ferroviari, interspazi urbani, muri, cortili e sugli edifici abbandonati. La fioritura avviene tra giugno e luglio. I frutti vengono dispersi dal vento anche a lunga distanza. Si rigenera vegetativamente mediante la produzione di polloni Camera icon 03. Considerato un albero legato soprattutto a formazioni arbustive degradate e più in generale alle formazioni forestali, non necessariamente su suoli ben drenati, ma comunque non asfittici.

Stato normativo, impatti e modalità di controllo: l’albero del paradiso è considerato una specie invasiva ai sensi del regolamento forestale regionale 5/2007 ed è pure inserito nella Lista Nera delle specie vegetali oggetto di monitoraggio, contenimento o eradicazione ai sensi della Legge Regionale 10/2008. Per il contenimento possono essere utili il taglio, l’eradicazione, l’eliminazione delle radici isolate e correnti con relativi turioni e gemme; oltre all’utilizzo degli erbicidi, sono vantaggiosi solo gli interventi ripetuti a ogni manifestazione pur minimale della pianta.

Note per la ricerca: è presente soprattutto in pianura e nelle zone collinari. Le ricerche dovrebbero essere indirizzate ad individuare le popolazioni di recente insediamento, perché sono quelle che possono essere più facilmente eradicate; in tal modo è possibile contrastarne l’ulteriore diffusione.

 

 icona foto dettaglioCosa fotografare: la pianta intera o le foglie.

 

 

Per richieste di informazioni sulle campagne si vedano i contatti.

La nomenclatura delle specie floristiche fa riferimento a: Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (eds.), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora. Palombi Editori, Roma.

 

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