Gli erbari e il monitoraggio della biodiversità
data dell'ultimo aggiornamento della pagina web: 10/06/2017
Il monitoraggio della biodiversità lombarda si avvale anche delle collezioni storiche riferite al territorio regionale o alle zone limitrofe. Ruolo fondamentale in questo contesto è svolto dagli erbari conservati in gran numero presso Università, Musei, Fondazioni e anche privati cittadini.
Un erbario è una raccolta di campioni vegetali organizzati secondo uno schema tassonomico o, in alcuni casi, geografico. Ciascun campione appositamente essiccato è conservato in una scheda chiamata tavola, che riporta oltre al nome della specie, anche l’anno e il sito di raccolta, spesso con dettagli relativi alla località precisa, alla quota, all’esposizione, alla vegetazione circostante.
Tradizionalmente gli erbari sono impiegati per attività di studio della flora di un dato territorio e aiutano i ricercatori a identificare le specie, descriverne di nuove, nonché allenare le nuove generazioni di botanici al riconoscimento delle piante. Oggi gli erbari sono anche fonte di materiale utile per le analisi genetiche, le ricerche farmacologiche, gli studi etno-botanici. Sul fronte della conservazione della biodiversità, gli erbari sono fondamentali tra l’altro per:
- ricostruire gli areali di distribuzione delle specie;
- verificare la presenza di specie rare in un dato sito, studiarne le eventuali cause di estinzione e pianificarne la reintroduzione;
- monitorare le reazioni di una o più specie indicatrici di fronti ai cambiamenti climatici globali o di uso del suolo.
Per queste ragioni, accanto al continuo monitoraggio in natura, l’Osservatorio per la Biodiversità della Regione Lombardia raccoglie i dati conservati negli erbari storici, effettuando non solo il travaso delle informazioni, ma anche l’aggiornamento nomenclaturale e la verifica tassonomica, laddove necessario. Nel caso di specie particolarmente rare o di segnalazioni in siti di particolare interesse, possono essere anche attivate verifiche in campo.
Tenendo conto delle considerazioni di cui sopra, l’Osservatorio ha avviato una serie di collaborazioni volte all’acquisizione dei dati contenuti in erbari storici. Una di queste è quella instaurata con la Fondazione Centro Studi “Nicolò Rusca” di Como, allo scopo di recuperare le segnalazioni floristiche contenute nell’Erbario Fabani conservato presso la Biblioteca diocesana di Como. L’erbario, realizzato dal medico condotto di Cernobbio Giuseppe Fabani tra il 1902 e il 1938, è costituito da circa 3.000 tavole mirabilmente realizzate e conservate, riferite a specie dei territori del Lario, della Brianza, della Valtellina, della Val d’Ossola e del Canton Ticino.
Lo studio dell'erbario è stato possibile grazie ad un finanziamento della Fondazione Cariplo di Milano, mentre le tavole sono state recentemente digitalizzate grazie ad un finanziamento della Provincia di Como; i dati riportati nei cartigli sono stati acquisiti dal personale del Centro Studi "Nicolò Rusca" con l'aiuto di volontari. Il database così creato è stato esaminato dagli esperti della Società Botanica Italiana sez. Lombarda, mentre il personale del Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia sta provvedendo alla georeferenziazione delle località indicate dal Fabani. Al termine di questa attività, tutti i dati saranno riversati nel database dell’Osservatorio e saranno a disposizione per studi e approfondimenti.
Alcune tavole dell’erbario Fabani sono state esposte da venerdì 21 luglio 2017 a domenica 3 settembre 2017 presso lo Spazio "La Truna" a Chiareggio (Sondrio). Per ulteriori informazioni, clicca qui.
photo © Centro Studi "Nicolò Rusca" - Como Italy